SAN GAUDENZIO

STORIA

Sulla storia di San Gaudenzio, patrono di Guardialfiera, sono pochissimi i dati certi, moltissimi quelli incerti e sconosciuti. Certo è che nel gennaio del 1751 don Achille d’Elisiis, l’arciprete di Guardialfiera, andò a Roma per avere dal Papa Benedetto XIV le reliquie di un Santo. Si recò perciò nelle catacombe di Santa Priscilla e qui ebbe le ossa di un santo martire al quale diede il nome di Gaudenzio perché desse gioie e grazie al popolo guardiese. Messe le sacre reliquie in una cassetta di legno, si recò a Napoli dove l’aspettava l’abate don Oronzio Zappi. Andarono poi nel palazzo a Napoli del marchese di Guardialfiera e fecero benedire le sante reliquie dal vescovo Vito Moio di Muro Lucano e le deposero in una splendida urna d’argento. Nel pomeriggio di mercoledì 7 di aprile l’urna del Santo arrivò a Guardialfiera. Giunse dalla “via della montagna” e tutto il popolo gli andò incontro al “passo della Calcara”. Arrivata la processione davanti alla Cattedrale, prima di entrarvi, l’arcidiacono don Rocco Carlino, l’arciprete don Achille d’Elisiis e tutti gli altri membri del Capitolo proclamarono San Gaudenzio Patrono principale di Guardialfiera, stabilendo altresì di celebrarne perpetuamente la ricorrenza “con ogni espressione di giubilo e di allegrezza” il 1° giugno di ogni anno.

La festa del patrono è ancora oggi celebrata il primo di giugno e in concomitanza vi è la cerimonia di apertura della Porta Santa: due eventi particolarmente significativi per la comunità guardiese.

L’URNA DI SAN GAUDENZIO

L’urna d’argento con le sacre ossa del Patrono San Gaudenzio martire, si trova nella nicchia, contornata da fregi in pietra, opera dello scultore Renato Chiocchiodi Oratino -anno 2011. All’interno dell’urna vi è un documento che attesta che le ossa di San Gaudenzio, tratte dalle catacombe di Priscilla e date in dono alla chiesa di Guardialfiera da Papa Benedetto XIV, furono riposte nell’urna dal vescovo di Muro Lucano, monsignor Vito Moio. Il suddetto documento così riporta: “Sacra Corporis Invicti Martyris Xti Gaudentii Caput et Ossa ac Cineres hic jacent quae SS. D. N. P. B.tus XIV Sacrosanctae Cattedrali Eccl.ae Civitatis Guardialpheriae dono dedit ex coemeterio Priscillae extracta. Dein Neapoli ad preces Capituli Guardien, Civiumque in hac praetiosa argentea urna per Dignissimum Ep.um Muranum Vitum Moio sita, deposita, collocata adorate, recolite Cives, Populique Guardienses exterique”.

 

CURIOSITA’: I CINQUE MIRACOLI DI SAN GAUDENZIO

Sono cinque testimonianze di altrettanti “miracoli” raccolte il 18 aprile 1751 dal notaio Leonardo de Quiciis. I miracolati dichiarano al notaio e davanti a testimoni come, sofferenti da anni di vari malanni, abbiano riacquistato “la pristina sanità” dal Signore Iddio per intercessione di San Gaudenzio.

  • Tra la folla che si riversa nella cattedrale dopo il solenne ingresso dell’urna vi è Antonia Colacicco, di Colle d’Anchise, ma da più anni residente a Guardialfiera, che “… da circa quattro anni …è stata travagliata da dolore di sciatica, avendo perso in una coscia il moto e resa per tal causa affatto inabile sì al poter camminare com’anche reggersi all’impiedi…”.
    Si è fatta condurre in chiesa con una segreta speranza. Fatto voto a San Gaudenzio, lo prega umilmente e fervidamente di ottenere dal Signore Iddio la guarigione dal suo male. E mentre prega si sente guarita, si alza e si mette a camminare per la chiesa fra lo stupore di tutti i presenti.
  • San Gaudenzio, già prima del suo arrivo a Guardialfiera compie un miracolo. Barbara Principe di Guardialfiera da più di un anno è afflitta da atroci dolori conseguenti ad un “infelice parto”. I canonici, durante una apposita cerimonia religiosa in cattedrale, hanno annunziato al popolo che il Signore Iddio si è degnato di onorare la città “…per sua infinita misericordia…” col sacro corpo del glorioso martire di Gesù Cristo San Gaudenzio e che i sacri resti stanno per giungere a Guardialfiera.
    Barbara Principe apprende tutto questo dal marito e nel clima di religiosa attesa, pervasa da profonda fede, prega perché guarisca o muoia e fa voto al santo “… nel caso gli ottenga la bramata sanità…” di andargli incontro al suo arrivo a piedi “scalzi e nudi”.
    Prega con fervore e guarisce!
    E nel giorno dell’arrivo di San Gaudenzio adempie al voto; gli si reca incontro “a piedi scalzi e nudi al Vallone della Foresta al Passo della Calcara”.
  • La notizia dell’arrivo dei sacri resti di San Gaudenzio a Guardialfiera si sparge per tutta la diocesi. Ad Acquaviva Carlo Natarelli, colpito da emiplegia ad un piede ed al braccio sinistro “…sì da non potersi reggersi in piedi, né muovere il braccio stesso…”, apprende dell’arrivo del sacro corpo di San Gaudenzio a Guardia e infervorato si butta faccia a terra e prega il santo martire d’intercedere presso il Signore Iddio per la sua guarigione. Il tredici di aprile si reca a Guardialfiera accompagnato da compaesani, entra nella cattedrale e mentre prega davanti all’altare maggiore dove è stata deposta la sant’urna, “…s’intese per la persona un calore ed un impulso ad alzarsi…” e, completamente guarito, prende a camminare per la chiesa e a muovere il braccio malato fra lo stupore dei presenti e dei compaesani che lo avevano accompagnato ed aiutato durante il viaggio.
  • Anche a Palata la notizia dell’arrivo dei Sacri Resti di San Gaudenzio suscita giubilo e speranze. Leonardo di Stante “… da circa sei mesi che continuamente è stato travagliato nelle giunture del ginocchio sinistro sotto del quale gli si è formato un grandissimo tumore con uno spasmodico dolore, senza poterlo affatto toccare, né muoverlo…”, fa voto al santo martire, si reca a cavallo a Guardialfiera ed in chiesa, davanti all’altare maggiore ove è stata collocata l’urna del santo, si butta faccia a terra piangendo e pregando di essere guarito. E proprio mentre dal sacerdote si eleva la sacrosanta Ostia Consacrata, Leonardo di Stante sente il ginocchio muoversi e l’impulso ad alzarsi e si mette a camminare.
  • Anche Tommaso di Santo, pure di Palata, “… da due anni continui è stato costretto a giacere nel letto a causa di continui dolori e tremori alle ginocchia non potendo affatto sostenersi all’impiedi, neppure appoggiato…”, apprende dell’arrivo a Guardialfiera del glorioso martire San Gaudenzio e decide di farsi condurre nella città ed in cattedrale.
    Qui, davanti alle sacre reliquie fa voto, prega e piange: chiamato un canonico della cattedrale si confessa e prende la comunione, si fa ungere le ginocchia con l’Olio Santo e subito “… intese un gran calore nelle giunture e gridando grazia ad alta voce, s’alzò all’impiedi e senza appoggio veruno, principiò a camminare per la chiesa con gran stupore de circostanti…”.

 

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