GUARDIALFIERA

Chi percorre la Bifernina imboccando il viadotto che attraversa il Lago, vede distendersi sopra il crinale di una collina, sulla sponda sinistra del fiume, un piccolo paese: Guardialfiera.

La sua origine viene fatta risalire all’epoca longobarda, tra l’VIII e X secolo, mentre la sua denominazione dà luogo a diverse interpretazioni. L’ipotesi di gran lunga più plausibile è che la “Guardia”, ossia il castello, con alcune abitazioni e il territorio circostante, fosse feudo di un certo Alferio o Adalferio, conte di Larino nel 1049.

Volendo ripercorre brevemente la storia di Guardialfiera, la sede vescovile di Guardialfiera fu fondata nel 1061 da papa Alessandro II, probabilmente in riconoscimento del ruolo della cittadina negli eventi del giugno del 1053, quando papa Leone IX dovette raggiungere le Puglie per contrastare l’avanzata dei Normanni.
Nel 1780, ai tempi di Carlo Romeo, martire guardiese della libertà nella rivoluzione partenopea, Guardialfiera si fregiava col titolo di Città assieme soltanto a Campobasso, Isernia, Bojano e Triveneto. Ai tempi degli Svevi fu feudo dei Conti del Molise e, con gli Angioini, fu concessa alla Famiglia Di Soliaco di origine franca. Nel 1793 Costantino Lemaitre acquistò il feudo di Guardialfiera e, proprio i Lemaitre, ne furono gli ultimi feudatari fino a quando il sistema feudale fu soppresso nel 1806.

Nel corso dei secoli, la conformazione di Guardialfiera ha subito notevoli trasformazioni. Inizialmente era costituita da un’unica fortezza a guardia della valle dei Biferno, successivamente intorno al castello, vennero costruite la Chiesa e le prime case (ancora oggi la zona viene chiamata “Piedicastello”) circondate da mura di difesa. Nei primi dell’800 invece, Guardialfiera si è estesa e sviluppata anche oltre la cinta muraria seguendo la conformazione naturale del luogo.

Guardialfiera conta ad oggi 992 abitanti (i guardiesi – i guardejuòle), ha un clima salubre e vanta una posizione strategica, distando all’incirca 42 Km da Campobasso e 33 Km dalla cittadina adriatica di Termoli. Ha un agro di 43,16 Kmq, in parte coltivato (frumento, vigneti, uliveti) e in parte boschivo.
Di notevole importanza turistica sono il bosco San Nazario ed il lago artificiale di Guardialfiera dal quale, negli aridi periodi estivi, riemerge la sommità del Ponte di Sant’Antonio o Ponte di Annibale dove, secondo la tradizione, marciò Annibale con le sue truppe per recarsi nelle Puglie durante la seconda guerra punica.

Il patrono di Guardialfiera è San Gaudenzio che viene celebrato il 1° giugno, in concomitanza con l’apertura della Porta Santa, una tra le più antiche della cristianità. Altre tradizioni locali sono: la “Pasquetta” (notte del 5 gennaio), la festa di San Giuseppe (la domenica più vicina al 19 marzo) e il Presepe Vivente (durante il periodo natalizio nei pressi di Piedicastello).

 

 

 

 

 

“Quando l’appenino degrada verso il mare, con un rincorrersi placido di colline dolci e tondeggianti; quando l’acqua, gli alberi, il cielo si mettono a guardare tra loro ed a creare gentili prospettive di abituale bellezza; quando le visioni diventano semplici, lineari e fanno contrasto col solitario selvaggio vigore dei paesaggi montani, lì si sgranchisce Guardialfiera”. Questa è la descrizione di Guardialfiera fatta da Francesco Jovine
Tra i personaggi più illustri di Guardialfiera figura, per l’appunto Francesco Jovine (Guardialfiera 1902-Roma 1950), scrittore, giornalista e saggista italiano che ,con il suo realismo e verismo, descrive la vita contadina e celebra la propria terra .Tra le sue opere più importanti abbiamo “Signora Ava” e “Le Terre del Sacramento” – pubblicato pochi giorni dopo la sua morte – che vinse il premio Viareggio del 1950.

A Guardialfiera sono presenti diverse associazioni: A.S.D Guardialfiera Calcio che milita nel campionato regionale di Promozione, Centro Studi Molise, la compagnia teatrale “I Scapsctrat” e la Pro loco Guardialfiera. Dal dicembre 2020 Guardialfiera è anche entrata a far parte delle Città dell’Olio, associazione che si occupa della promozione, tutela e divulgazione della cultura dell’olio d’oliva e dei suoi territori di produzione.

In conclusione, si può affermare che un piccolo paese di poco meno di 1000 abitanti, custodisce una storia antichissima e un passato di notevole importanza. Una terra depositaria di bellezze naturali, di arte e antiche tradizioni…assolutamente da scoprire.

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